Aliano

Aliano è un piccolo paese di circa mille abitanti su un crinale argilloso a 555 metri s.l.m. è accessibile ora da due strade che lo collegano alla Fondovalle dell’Agri ed a quella del Sauro, velocizzandone i collegamenti da e verso altre destinazioni. 
L’ampio paesaggio che si vede da Aliano mostra aspetti diversi della natura: le boscose montagne lontane, il letto del fiume Agri, gli ulivi e i calanchi che sono la connotazione più rilevante del luogo e che, in prossimità del paese, assumono forme meravigliose e drammatiche, come la Fossa del Bersagliere, dove la “fragilità” dei calanchi raggiunge il massimo di suggestione. 
Le strutture più originali che catturano l’attenzione sono le singolari facciate delle case con gli occhi per la loro rassomiglianza col volto umano.

Altre strutture dignitose stanno emergendo da un esteso restauro del centro storico, creando un effetto armonioso e ben raccordato con alcuni inserti architettonici contemporanei come l’anfiteatro.
Aliano è parte della storia italiana a cavallo del II dopoguerra per il confino di Carlo Levi ad opera del regime fascista, esperienza la cui narrazione nel best seller mondiale “Cristo s’è fermato ad Eboli” è stata fondamentale per la Questione Meridionale ed il riscatto dell’intero Meridione. 
Da quella esperienza sono derivati incontri importanti tra lucani e grande cultura internazionale. La vicenda di Levi è all’origine delle ricerche socio-economiche condotte dai più importanti studiosi mondiali sulle condizioni nel Mezzogiorno: Manlio Rossi Doria, Ernesto De Martino, Frederick Fried-man, Edward Banfield, George Peck e dalla loro interazione con uomini di cultura lucani, alcuni dei quali di straordinario rilievo come Rocco Scotellaro e Rocco Mazzarone.
Le vicende di Levi, di Aliano e del Meridione sono state anche il riferimento per grandi fotografi come Henry Cartier Bresson e di grandi registi come Franco Rosi e Pier Paolo Pasolini.
Ma tra gli uomini di cultura non lucani, Carlo Levi è stato quello che ha mantenuto con il Sud, ed Aliano in particolare, la relazione più forte e sentita, come testimoniano i suoi ripetuti viaggi, la donazione di opere pittoriche, lettere e documenti del suo archivio e la decisione di esservi sepolto. Un immenso atto di riconoscenza, rispetto ed amore verso l’umanità più genuina di Aliano.
Per questo la visita alla sua tomba potrebbe essere non solo un gesto riconoscente verso un protagonista della Questione Meridionale e del riscatto del SUD, ma anche un modo di rapportarsi al luogo. 
La visita è infatti un’esperienza diversa da quello che si potrebbe immaginare. In omaggio alla religione ebraica, il muro di cinta è stato aperto in corrispondenza della tomba di Levi, una semplice lastra sul terreno con due pareti in mattoni che indirizzano lo sguardo verso il borgo, la bellezza del paesaggio e la vita. Nel libro di Levi, il cimitero è un luogo simbolico, posto al limite del territorio che gli era consentito di percorrere, nel posto più fresco e ventilato, dove in estate egli si recava per scrivere, dipingere e sfuggire al caldo.

Il borgo deve molto a Carlo Levi e per questo gli hanno intestato il Parco Letterario e un Premio Letterario. Pian piano si sono poi aggiunti altri elementi di rilevanza legati alla tradizione ed al paesaggio, valorizzati da una lunga e intelligente opera di recupero da parte di istituzioni municipali stabili e dalla pluridecennale azione della Proloco, animata dal parroco don Pierino DiLenge, uomo di cultura civile e religiosa, trasmettitore di entusiasmo e speranza.
 Perciò, oltre all’eredità di Levi, le motivazioni di un viaggio possono riguardare anche il paesaggio naturale, il borgo, la sua gente, le sue tradizioni; i musei; gli eventi annuali; la nuova ricettività alberghiera, l’enogastronomia.
Per quest’insieme di attività, Aliano è incluso in vari raggruppamenti dell’eccellenza: borghi Bandiera Arancione (TCI); Borghi Autentici d’Italia; Parchi Letterari; nonché la conclusione di vari gemellaggi con realtà estere inclusa la Russia, con due eventi negli ultimi 8 mesi.
Tra gli appuntamenti annuali da citare non possono mancare il Premio letterario Carlo Levi, giunto alla 22° edizione e i riti del carnevale le cui maschere cornute sono tra le più interessanti d’Italia per la simbologia, la suggestione e l’estetica delle maschere. Ne è una prova la recente mostra “Il Mito Rivisitato” nei musei di Villa Torlonia, a Roma, con l’esposizione di maschere arcaiche della Basilicata reinterpretate dal giovane artista alianese Nicola Toce ed il festival La Luna e I calanchi, la kermesse di metà agosto progettata ed animata dallo scrittore Franco Arminio che cresce di anno in anno come numero di giorni e di partecipanti, attirati da artisti che propongono uno smisurato programma tra arte, poesia, musica, teatro di strada, happening e socializzazione gastronomica, contemplazione della luna. Nato come evento fuori dal mainstream turistico ne sta diventando una delle componenti più rilevanti.
Le numerose strutture museali sono suggestive (quella della civiltà contadina), documentate (quella su Levi), inattese e spettacolari (MUA-Paul Russotto). Quest’ultima, un “vecchio” contenitore restaurato dall’architetto Lodovico Alessandri, ospita circa 80 tele di Paul Russotto, pittore americano di origini alianesi, interprete storico dell’espressionismo astratto americano. Un insieme di opere che da sole meriterebbero un viaggio.

I visitatori in contino aumento interagiscono con una popolazione che acquista consapevolezza della eredità leviana ma anche della propria specificità, facendone una speranza per non andare via. E visitando Aliano si alimenta la fiducia. 
Tra i residenti che scommettono di più sul paese, c’è Sisina, titolare/chef del Ristorante La Contadina, che qui si cita come una persona a suo agio nella contemporaneità e al tempo stesso con espressioni e gesti del passato. Sisina è incredibilmente semplice e senza affettazioni malgrado le numerose apparizioni televisive dovute agli apprezzamenti per una cucina semplice ma non scontata, presentata con naturalezza, senza glamour. 

Ciascuno di questi luoghi o eventi è noto e documentato e quindi anche corredato di date ed orari che è utile verificare in anticipo. I rinvii sono quindi d’obbligo per chi vuole programmare una visita.

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