Giovedì 23 marzo, la GNAM-Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea è stato presentato il volume dal titolo Basilicata. Un racconto d’arte contemporanea (di Antonello Tolve, pubblicato da Silvana Editoriale) con una qualificata partecipazione istituzionale e di personalità della cultura tra le quali, oltre a quelle citate nella locandina, Gianpiero Perri e Giampaolo D’Andrea.
Il volume è riccamente illustrato con immagini di opere provenienti da musei lucani esposte lo scorso autunno nel prestigioso palazzo fiorentino Medici-Riccardi, in una mostra che è stata una delle attività più qualificanti della settimana lucana, organizzata dall’Associazione dei Lucani a Firenze, in collaborazione con APT Basilicata.
Le opere erano parte di collezioni esposte in strutture museali lucane:
MuA-Musei Aliano, un insieme di siti espositivi dedicati a grandi artisti moderni oltre che esporre oggetti legati alle tradizioni locali. I musei più rilevanti sono quelli con opere pittoriche di Carlo Levi e documenti relativi al suo confino insieme al bellissimo Museo Paul Russotto, con 80 grandi opere di un interprete storico dell’espressionismo astratto statunitense, legato alla Basilicata (sua madre, Margherita Sarti era originaria di Aliano).
Fondazione L.Sinisgalli. Montemurro. Nella Casa delle Muse, il centro con opere e ricordi dell’attività di Leonardo Sinisgalli, vi sono anche disegni ed acquarelli di Cantatore, Caruso, Gentilini, ecc., esposte nella sala degli amici artisti.
MAM- Musei Aiello Moliterno, una raccolta di opere voluta dal prof. Gianfranco Aiello che va da paesaggi dei primi dell’ottocento all’informale, dalla splendida ceramica di Vietri sul Mare ai divisionisti, alla Scuola di Posillipo, ai pittori del Grand Tour, agli artisti dell’Ottocento e Novecento lucano.
Polo Museale Castronuovo Sant’Andrea. Un insieme composito di siti espositivi, opere ed attività di diversa espressione culturale: La Biblioteca Comunale Alessandro Appella con 80.000 volumi (di cui è imminente la sistemazione nei locali restaurati del Palazzo Marchesale), il museo-atelier Guido Strazza, l’atelier Kengiro Azuma, il museo Internazionale del Presepio Vanni Scheiwiller (con presepi in 50 siti diversi) ed il MIG-Museo internazionale delle Grafica. Con una dotazione di opere grafiche dei migliori artisti contemporanei che, nel loro insieme coprono gruppi e stili espressivi del XX secolo.
Qualche hanno fa, questi sistemi museali hanno costituito il consorzio ACAMM che aveva ed ha la finalità di creare sinergie sia nella programmazione di eventi per il territorio che nella condivisione di progetti per il futuro oltre che nelle interazioni con enti istituzioni di governo locale, regionale, nazionale ed altre entità culturali.
Una unione operativa e di scopo che è lungi dall’essere compiuta ma che, è stato il senso di vari interventi della serata (Giuseppe Appella, Giampaolo D’Andrea, Filippo Martino), è una rarità da preservare e valorizzare.
In una realtà che continua ad essere frammentata, come dice Il Direttore Antonio Nicoletti nella prefazione, è particolarmente utile la lettura di questo testo che riguarda un territorio…a portata di mano, un angolo di Lucania che ha tessuto negli anni rapporti diretti e primari con la cultura italiana contemporanea…e testimonia che,…a dispetto della marginalità geografica, questi luoghi hanno esercitato un peculiare magnetismo nei confronti di artisti e intellettuali del secolo scorso, i quali, forse proprio per questa dimensione “remota” si sono lasciati contaminare da una bellezza espressiva ancora oggi percepibile e viva”.
Il bisogno di sinergie è richiesto non solo dal mondo della cultura ma anche dagli operatori economici, le cui attività sono colpite sfavorevolmente dalla mancanza di competenze derivanti dalla emigrazione giovanile verso l’esterno (fenomeno comunque non solo lucano) ma anche dallo sfaldamento di un tessuto sociale causato dall’impoverimento di spinte culturali da parte di università, centri culturali, leader di opinione concentrati su sè stessi. Al riguardo, Filippo Martino, ha segnalato che la denuncia che è mersa nell’incontro a Viggiano del mese scorso, organizzato da Ambrosetti in coincidenza con i 35 anni di attività della LiBo, prima azienda lucana dopo le multinazionali che operano in Basilicata: Barilla, ENI, Ferrero, Stellantis, Total.
Tra i numerosi relatori “esterni” che hanno parlato di cultura come fondamentale per lo sviluppo socioeconomico, Ferruccio de Bortoli (Editorialista, Corriere della Sera; Presidente, Longanesi),
Enrico Giovannini (Professore di Statistica economica, Università degli Studi di Tor Vergata, Roma; già Ministro Infrastrutture e Mobilità Sostenibili), Michele Greco (Pro-Rettore con delega all’Internazionalizzazione, Università degli Studi della Basilicata); Cetti Lauteta (Responsabile “Scenario Sud”, European House – Ambrosetti), Giulio Sapelli (Professore di Storia Economica, Università degli Studi di Milano; Ricercatore e Consigliere di Amministrazione, Fondazione Eni Enrico Mattei), ecc.
Tutti i loro interventi sono parti dalla constatazione che la collocazione Geografica, la valorizzazione della Campagna e della biodiversità, le risorse energetiche (inclusa acqua ed idroelettrico) assegnano alla Basilicata un ruolo che non le consente di defilarsi dalle proprie responsabilità di HUB energetico chiave per l’Italia e perciò deve smettere di essere una regione lenta ed accelerare, svegliando dal sonno le classi dirigenti (non solo politiche) ed i leader di opinione. E da tutti ci si aspetta che decenza intellettuale ed un residuo orgoglio consentano di non sprecare le opportunità offerte dai finanziamenti regionali, nazionali ed europei. Anche per questo, occorre non far partire i giovani più promettenti ma è ancora più urgente attrarre subito talenti con le competenze necessarie, anche non lucani.
Ma la possibilità di attrarre le figure professionali necessarie deriva anche dalla vivibilità dei luoghi: con servizi di base (accessibilità, connessione web, bancomat, servizi scolastici e sanitari, anagrafe comunale; ecc.) ma anche occasioni culturali fruibili con spostamenti entro distanze ragionevoli (come ACAMM, su distanze tra gli estremi che non superano l’ora di viaggio).
Oltre alla fruibilità delle strutture è importante che essere non siano solo luoghi di conservazione e contemplazione ma centri propulsivi di iniziative, come stanno facendo vari musei nel mondo. Per occasionale ma assai opportuna coincidenza, ieri il supplemento di un quotidiano nazionale dedicato ai piaceri del gusto, sotto il titolo “Pranzo al Museo e l’arte è servita”, presentava l’offerta della ristorazione in spazi museali della capitale che pur essendo ipervisitati, non trascurano di aggiungere nuova attrattività alla loro offerta.
La gamma delle novità è amplissima e questa è un fatto assai positivo sia perché si possono prendere spunti sia perché non innovare diventa una colpa grave.