Genzano di Lucania (Pz) comune di 5.262 abitanti, centro principale dell’Alto Bradano, che sorge su un promontorio collinare e si divide in due nuclei ben distinti: il paese vecchio e il paese nuovo.
Genzano è un grande centro agricolo, soprattutto per la coltivazione del grano duro, principale fonte di reddito per molti genzanesi, anche se negli ultimi anni il ribasso dei prezzi ha spinto molti imprenditori agricoli ad ottimizzare la redditività della terra utilizzandola anche per altre colture, oltre che cederne parti per la installazione di pale eoliche (spesso motivo di dibattito).
Nel territorio di Genzano, il più grande per estensione dell’intera Basilicata, c’è anche spazio per la coltivazione di olio e vino aglianico del Vulture (poco lontano), allevamenti di ovini, suini e bovini. Per tutto questo, Genzano è stato uno dei luoghi più importanti nella riassegnazione delle terre tolte al latifondo dalle leggi sulla Riforma Fondiaria. Una determinazione che non è stata solo una riallocazione di terre da coltivare, ma anche un riassetto sociale ed urbanistico che ha segnato il paesaggio. Anche ora le case coloniche abbandonate caratterizzano la toponomastica agricola di Genzano.
Il paese ha un aspetto laborioso ed apparentemente disinteressato al turismo anche se non mancherebbero le attrattive, alcune addirittura strepitose, come quelle visitate.
Tra gli edifici religiosi, due chiese di grande rilievo:
Maria della Platea: con all’interno un pregevole polittico di una Madonna con bambino del 1474, che si riteneva dipinto da Lazzaro Bastiani ma, dopo il restauro effettuato dalla Soprintendenza, attribuito a Giovanni Bellini.
Monastero e chiesa dell’Annunziata: fondata con annesso monastero delle clarisse nel 1324, edificata su una precedente chiesa risalente al IX secolo. Subì delle modifiche nel corso del XVI-XVII secolo che sono ora recuperate ed esaltate dal sapiente restauro che si sta portando avanti per impulso degli ammirevoli membri del FAI coordinati da Anna Lupo Usai che ci hanno accolto e mostrato anche lo stato di avanzamento dei lavori del Monastero delle clarisse e del bel giardino.
Tra le strutture civili di Genzano, quella di particolare valore artistico e scenografico è la Fontana Cavallina, collocata in uno spazio ellittico che è una delle piazze con fontane più belle d’Italia, celebrata anche con la emissione di un francobollo delle Poste Italiane.
La Fontana Cavallina è un insieme di scale, statue, ornamenti e getti d’acqua dalle forme diverse, collocate in punti separati di una piazza più ampia di quella della Fontana di Trevi, a Roma. Da sola varrebbe un viaggio!
Tra i palazzi storici, da segnalare Palazzo De Marinis, ora sede del Municipio, sul poggio che domina la piazza della Fontana Cavallina e, tra i palazzi nobiliari privati, Palazzo Dell’Agli, alla fine dello scenografico corso Vittorio Emanuele, un viale alberato che termina con la facciata della Chiesa di Santa Maria delle Grazie.
CASTELLO DI MONTE SERICO
Una struttura resa fruibile da un restauro discreto quanto efficace. La sua struttura, relativamente piccola, si vede appena da lontano ma una volta giunti al castello e saliti sul torrione ci si trova in una dimensione panoramica e geografica che non ha eguali.
Non è un castello federiciano poiché la sua esistenza è antecedente a quelli fatti edificare da Federico II. Se ne attesta la presenza già nel 1041, anno di una celebre battaglia tra Bizantini e Normanni; diventerà poi una domus in età sveva (sembra che vi si allevassero i cavalli di Federico II) e masseria regia sotto gli Angioini. Distrutto agli inizi del ‘500, è stato ristrutturato in più fasi dal ‘700 all’800 e poi in questi anni.
Il castello, costruito intorno ad una torre di guardia, è in cima ad un colle non molto elevato (560 mt) che è esattamente al centro di una conca immensa. E ciò ne fa uno straordinario punto di osservazione a 360° che sul piano difensivo offriva vantaggi enormi ed ora ne fa un belvedere panoramico tra i più spettacolari d’Italia.
Il Castello di Monteserico, per la conformazione dell’ampia conca e la sua posizione centrale è anche il punto in cui i venti circolano, si scontrano e formano correnti d’aria ascensionali ideali per i praticanti di parapendio.
Da lassù si apprezza la logica della ripartizione dei poderi operata dalla Riforma Fondiaria che conferisce razionalità ed una certa dignità complessiva postuma al disegno distributivo degli appezzamenti di terreno dell’Ente Riforma. Un insieme di terreni ed edifici ora in disuso (spesso in forte degrado) perché l’auto consente un facile pendolarismo con le case nel centro urbano ma anche perché la vendita dei terreni ai confinanti ha determinato una concentrazione dei lotti. Ora di proprietà di un numero minore di imprese agricole, con larga dotazione di mezzi meccanici.
Attualmente, il castello è visitabile solo su richiesta al Comune e talvolta è destinato ad eventi saltuari: mostre tematiche, rievocazioni in costume d’epoca, a sporadici set cinematografici o televisivi. In prospettiva, molto interessante appare la Dichiarazione di Notevole Interesse Pubblico dell’area che circonda il Castello, recente proposta della Regione Basilicata. Ma per evitare che questa dichiarazione di interessi preservi il vuoto invece di attrarre persone amanti del paesaggio e rispettosi della natura, si potrebbero/dovrebbero fare progetti economicamente validi e capaci di portare vita senza confusione attraverso la valorizzazione di strutture esistenti: non solo il castello ma anche le numerose case della Riforma in abbandono.