Le strade di fondovalle, lungo i fiumi di Basilicata, sono sorte nel secondo dopoguerra per rendere più agevole primariamente il congiungimento dei piccoli comuni con i centri più importanti del Sud e non per la connessione tra le singole comunità esistenti. Unite dalla storia comune e dalla vicinanza geografica lungo vecchi percorsi, alcuni addirittura risalenti ai romani, non certo ideali per le moderne esigenze di trasporto.


Per questo, nei suoi pochi decenni di esistenza, la Fondovalle non è ancora diventata una strada di comunità per i borghi lucani che la fiancheggiano, se non in specifici tratti del suo percorso. Potrebbe diventarlo nel futuro e quasi certamente lo diventerà ma ora presenta ancora diversità che non sfuggono ai viaggiatori più attenti, anche se non così evidenti come le differenze naturali e paesaggistiche.
Sul piano naturalistico, lungo il suo percorso si susseguono infatti paesaggi diversi: nell’alta Val d’Agri si percorre una campagna circondata da rilievi boscosi, montagne che sfiorano i 2.000 mt, innevate per 5 mesi all’anno e che si specchiano nel lago artificiale del Pertusillo, sbarrato da una imponente diga di 92 mt.


Nella media Val D’Agri, si incontrano altri corsi d’acqua provenienti da strette valli perpendicolari alla SS598 e rilievi coperti di boschi fino ai due maestosi pinnacoli della Murgia di Sant’Oronzo, formazioni rocciose che sembrano i cardini di una gigantesca porta che separa in modo netto ed improvviso due paesaggi quasi opposti: il verde di boschi e orti del lungofiume da uliveti e dai calanchi che incidono i rilievi collinari degradanti verso la piana di Metaponto, la terza più grande d’Italia, con un’agricoltura intensiva di frutta e verdura.


Alcune delle zone attraversate dalla SS 598 sono aree protette del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano e di riserve regionali come quelle dei calanchi la cui suggestione non è certo inferiore a quella delle crete senesi.
Nei boschi di abete bianco, castagno, faggio, querce secolari (nel comune di Armento ve ne sono tra le più le più grandi d’Italia), oltre a castagne, funghi e tartufi, stagionalmente c’è la fioritura di molte specie tra le quali bellissime orchidee selvatiche che si possono scoprire lungo i sentieri per il trekking.
Mentre gli specchi d’acqua del Pertusillo e di Gannano offrono opportunità di soste ristoratrici, bird watching, canottaggio e viste magnifiche, specialmente al tramonto.
Nel suo insieme questa natura costituisce l’habitat per molte specie animali, tra le quali anche il gatto selvatico, la lontra, il lupo e grandi uccelli rapaci.
Ma la Fondovalle è anche il luogo di incontro secondo i ritmi e le modalità tipiche di una contemporaneità usuale: traffico svelto ma non convulso; fermate degli autobus per Napoli, Roma, ecc.; centri urbani per servizi sanitari comprensoriali e per attività commerciali; stazioni di servizio ad intervalli funzionali e con orari di apertura talvolta alle fino 23,00; impianti industriali; luoghi per l’accoglienza e la ristorazione.


Alcuni di questi luoghi sono punti di convergenza degli abitanti per lo shopping (a Villa d’Agri – Marsicovetere nell’ Alta Val d’Agri) e per la ristorazione, in una pluralità di locali con una offerta che migliora continuamente conservando ancora un ottimo rapporto qualità prezzo. Luoghi e locali sono anche punti di incontro per amici che trovano più agevole convergere dai vari paesi nel Fondo Valle per socializzare.
Il primo tratto della Fondovalle, quello dell’Alta Val d’Agri ha anche una rilevanza geopolitica internazionale poiché vi è il maggiore giacimento petrolifero europeo di terraferma (on-shore).La presenza di idrocarburi, che nell’immaginario collettivo è indicata come una sorprendente scoperta degli ultimi tempi, è invece una realtà “affiorante” da millenni.
Tra i fenomeni naturali di questa natura straordinaria, nel comune di Tramutola, praticamente di fronte all’attuale Centro Oli dell’Eni, vi sono da secoli manifestazioni naturali di affioramenti di idrocarburi dal sottosuolo: fuoriuscite di gas che in qualche caso brucia (suscitando nel passato meraviglia e paure); fanghi bituminosi, zolfo e petrolio emesso in piccola quantità ma in modo continuo che spesso ristagna in anse del fiumicello Caolo. Dopo un pozzo di produzione, addirittura nel 1902, l’attività della Agip si sviluppò tra il 1939 e il 1953 quando cessò la produzione, perché anti-economica, prima di riprenderla dopo mezzo secolo con nuove tecnologie.


Gli idrocarburi sono elementi naturali ma se bruciati o trattati possono avere risvolti pericolosi e per questo sono inevitabilmente al centro di dibattiti perché potenziale causa di rischi ambientali, ma anche testimonianza della connessione di questi luoghi alla contemporaneità ed alle sue criticità: bisogno di lavoro, fame di energia, salvaguardia della salute e dell’ambiente e di una natura straordinaria, tuttora bellissima e non in imminente pericolo di vita!
Nell’alta Val d’Agri, tra il verde dei boschi si intravvedono alcune torri di perforazione, il Centro Oli di Viggiano con i suoi impianti di pretrattamento, lo stoccaggio e il pompaggio nell’oleodotto di 130 km. che sposta il petrolio verso la raffineria Eni a Taranto. Il tutto all’interno di un muro perimetrale di 1.800 mt con un murale ininterrotto, dipinto da 45 studenti di architettura della Unibas.
Non lontano anche l’unico parco eolico della Valle, a 1.000 mt, sopra Montemurro.


Proseguendo, nella media Val d’Agri, si trovano la centrale idroelettrica sotto Gallicchio (del tutto invisibile, salvo gli elettrodotti) e subito dopo sei gigantesche vasche ripiene d’acqua del Pertusillo (oro blu della Basilicata), qui filtrata e controllata prima di essere immessa nel condotto che la porta nel metapontino e in Puglia attraverso il centinaio di km di un complesso sistema di cui si notano lungo la SS 598: tubi, serbatoi, pompe che l’affiancano per un lungo tratto.
Infine, nell’ultima parte della Fondovalle, la contemporaneità si manifesta con i moderni sistemi per l’agricoltura intensiva che rendono le coltivazioni del metapontino (frutteti, fragole, ecc…) tra le migliori d’Italia.
Grazie anche ai risultati di studi sulla biologia delle piante svolti in Agrobios, a Metaponto, praticamente al termine di questa importantissima e bellissima Fondovalle.