Il 2019 è stato un anno rilevante per la Basilicata, primariamente per Matera Capitale Europea della Cultura, ma anche perché ricorreva il cinquantesimo dell’allunaggio, una delle più grandi avventure umane nella quale ha avuto un ruolo rilevante l’ingegnere di origini lucane Rocco Petrone, i cui genitori emigrarono negli USA da Sasso di Castalda.
La ricorrenza ha fatto scoprire però non solo le origini e la straordinaria carriera di Rocco Petrone (responsabile del Progetto Apollo e poi del massimo centro di conoscenza astronautica il Marshall Space Centre) ma anche la presenza di strutture scientifiche e di attrattori turistici permanenti che si ispirano alla Luna (come i ponti tibetani di Sasso di Castalda) oppure eventi temporanei come La Luna e i Calanchi.
Gli osservatori sono collocati ad Anzi, Castelgrande e Matera, il cui Centro di Geodesia dell’ASI – Agenzia Spaziale Italiana, invia periodicamente un raggio laser sulla luna per misurarne la distanza dalla Terra.


In estate, guidati dal dr. Giuseppe Maria Lotano, abbiamo visitato Castelgrande (Pz) e il sito (il Toppo) dove si trova l’osservatorio che, pur in una fase di attività ridotta, oltre alla didattica con un telescopio di 40cm di diametro, è attualmente impegnato in un progetto per la tracciatura dei detriti spaziali di cui è disseminato il cosmo.
La scienza e le necessità della sua divulgazione hanno ispirato il Parco dei Colori che ospita l’unica Butterfly House del Sud Italia con farfalle tropicali, che con i loro colori cangianti e la loro particolare metamorfosi osservabile in tutte le sue fasi, costituiscono lo spunto per comprendere le interazioni tra vegetali e animali. Il Parco è dedicato all’illustre concittadino e sommo botanico dell’800 Guglielmo Gasparrini e con i suoi 18.742 mq permette al visitatore di osservare da vicino e di comprendere in maniera ragionata la biodiversità locale.


Sasso di Castalda (Pz) non lontano da Castelgrande è un borgo che si collega alla Luna sia attraverso Rocco Petrone che con i suoi ponti tibetani, due ardite e bellissime installazioni sovrastanti una gola proprio a ridosso del paese e che per le loro particolarità attirano quantità crescenti di visitatori, soprattutto giovani, attratti da percorsi emozionanti (ma sicuri).
Come in alcuni altri borghi (il volo dell’Angelo a Castelmezzano – Pietrapertosa, ecc.), la creazione di attrattori che sfruttano le caratteristiche e le bellezze del territorio rappresenta uno dei tentativi che i paesi delle aree interne più esposti al declino demografico ed economico realizzano per attirare visitatori e creare occasioni di sviluppo.


Inevitabilmente, la presenza di queste strutture e del flusso di visitatori spingono i paesi a presentarsi al meglio attraverso restauri, arredo urbano, pulizia, ecc., elementi cui Sasso sta dedicando una grande attenzione. Una cura che il visitatore percepisce subito e che ritrova sia nelle attività di competenza del Comune (viabilità, pulizia, raccolta dei rifiuti, ecc.) sia nelle iniziative individuali che, in modo sinergico, concorrono a fornire una impressione complessiva di ordine e buon gusto. In altri casi, la luna ispira eventi temporanei come La Luna e i Calanchi, un programma non legato a storie o tradizioni del territorio che sfrutta la suggestione di luoghi abbandonati o in via di abbandono e le bellezze del territorio proposte all’attenzione di viaggiatori in cerca di suggestioni da Franco Arminio e dagli uomini di spettacolo ed animatori da lui invitati.


La manifestazione, giunta alla sua 8° edizione, è una cinque giorni piena di eventi che si svolgono a tutte le ore del giorno e della notte, partecipata da una popolazione composta da un mix generazionale appassionato di spettacoli poco strutturati e basati sul coinvolgimento degli spettatori quando non, addirittura, generati estemporaneamente dagli stessi presenti nei vari luoghi della kermesse: edifici e gli spazi nel borgo di Aliano, sentieri e slarghi nei calanchi.
Anche l’edizione 2019 de La Luna e i Calanchi – la festa della paesologia – si è articolata in una serie di eventi negli spazi del Borgo di Aliano e tra i sentieri dei calanchi, dalla mattina fino a notte inoltrata, alla luce della luna.
Le chiavi del successo sembrano essere: la eterogeneità e la peculiarità del pubblico (vero protagonista dell’evento), la qualità degli artisti invitati, la possibilità di sorprese, la creatività e l’efficacia del coordinamento del direttore artistico Franco Arminio, PAESOLOGO, una delle figure più rilevanti tra quelle che stanno dando continuità alle iniziative per contrastare il declino dei borghi in tutta Italia.

