Ci sono luoghi nel mondo che devono la loro notorietà alla bellezza della natura e del paesaggio, alla Storia, alle descrizioni di grandi narratori, al clima, alla facilità di accesso, alla consapevolezza degli abitanti e cioè dei custodi della bellezza che creano le condizioni perché essa venga fruita nelle migliori condizioni, fidelizzando i viaggiatori che ne diventano poi entusiasti divulgatori.
In alcuni casi, queste eccellenze si sommano e ci sono luoghi del mondo o anche di una regione che sono noti a tutti, anche a chi non li ha mai visitati (i faraglioni di Capri, il Colosseo, Piazza San Marco e, dal 2019, anche Matera, ecc.).
Lo sviluppo della comunicazione e la diffusione d’immagini hanno l’effetto di rafforzare ancora di più i luoghi stranoti, sottraendo visibilità a luoghi belli ma meno conosciti che avrebbero bisogno di più attenzione per favorirne lo sviluppo oltre che per offrire alternative turistiche più sostenibili a livello di sistema globale.
L’alleggerimento delle presenze nei luoghi sopraffatti dai troppi visitatori eviterebbe gli aspetti negativi dell’overtourism (difficoltà logistiche, inquinamento, degrado dei servizi, affaticamento, …), favorirebbe invece la partecipazione dei luoghi meno presenti nell’immaginario collettivo di partecipare ai benefici e offrirebbe benefici ai viaggiatori sia in termini di migliori servizi che di occasioni di “scoperte”.
Il fenomeno dell’overtourism non riguarda solo le città ma anche piccolissimi centri urbani, come per es. Hallstatt un borgo austriaco di 800 abitanti, dove si è arrivati fino ad un milione di visitatori all’anno (prima del Covid)!
Comunque, negli ultimi tempi sono aumentate le pubblicazioni di grandi strutture editoriali che cercano di dare visibilità alle tante bellezze nascoste del nostro Paese, integrate da molte iniziative regionali, comunali ed associative che incoraggiano i visitatori ad andare per luoghi meno battuti.
Tra le strutture associative che dedicano attenzione alle bellezze, alle competenze ed ai saperi diffusi nei borghi della Basilicata vi è l’Associazione dei Lucani a Roma, che da tempo riflette sul problema della crisi dei borghi nelle aree interne e, nell’ambito delle sue modeste possibilità, cerca di dare visibilità alle loro positività: storia, arte, personaggi, tradizioni e saperi di grande interesse ed a peculiarità della natura e del paesaggio. E lo fa sia attraverso il proprio sito web e i canali social Facebook, YouTube e Instagram che collaborando con la n/s redazione.
Proprio alla natura e al paesaggio verranno dedicati sforzi aggiuntivi per diffondere la conoscenza di luoghi iconici della Basilicata con riprese in varie stazioni dell’anno ed orari del giorno. Al fine di contribuire a far conoscere e favorire la memorizzazione di luoghi naturali, paesaggi o strutture architettoniche di grande bellezza e suggestione.
Per iniziare, proponiamo la sequenza di immagini di un punto della media Val D’Agri, le Murge di Sant’Oronzo, sito di interesse comunitario, caratterizzata da colline argillose quasi rotondeggianti e da rilievi che danno vita a una complessa ma affascinante morfologia fatta di pareti verticali.
Oltre che un luogo particolarmente suggestivo dal punto di vista geologico e naturalistico lo è anche sul piano storico perché tra le Murge di Sant’Oronzo vi è lo scorrimento del fiume Agri e la strada che era (ed è) da millenni anche punto di transito strategico di beni e persone, come dimostrano gli insediamenti magnogreci (tra i quali Serra Lustrante luogo del ritrovamento del più bel reperto in oro dell’antichità: la corona di Critonio, custodita nel museo di Monaco di Baviera) e gli insediamenti dei Monaci Basiliani, protagonisti della storia del monachesimo.
Il sito ricade nel Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val D’Agri Lagonegrese, il più giovane tra le aree protette nazionali italiane ed è immediatamente a valle del Lago del Pertusillo, che sarà poi illustrato a breve da un’altra serie di immagini.
La sequenza di immagini mostrano che la Murgia di Sant’Oronzo è:
- una fenditura scavata dall’acqua del fiume Agri nel corso di millenni
- la simbolica porta di entrata/uscita in uno dei tratti più belli della Valdagri
- una quinta scenografica di grande effetto in ogni stagione e fase del giorno.