Sommario
La pandemia aveva fatto sperare in un riequilibrio tra città e campagna ma dopo un breve rallentamento è ripreso lo spopolamento dei paesi e la necessità di contrastarlo.
Un motivo di speranza emerge dall’aumento dei borghi riconosciuti, comuni inclusi in liste d’eccellenza: Bandiera Arancione (TCI); Borghi più belli d’Italia (ANCI/ed. Cairo); Borghi autentici d’Italia. Esse non garantiscono la fine delle criticità ma fanno sperare che si possa riabitare l’Italia delle aree interne con dignità e soddisfazione.
Le liste dei comuni riconosciuti, che sono anche delle reti di comunità, danno visibilità a luoghi interessanti e possono rendere ancora più marginali i comuni che non ne fanno parte. Ma sono anche uno stimolo a definire strategie utili a diventare più attrattivi soprattutto per residenti. Rimettendo le scelte nel loro giusto ordine, perchè le strategie di contrasto e rigenerazione dei piccoli paesi devono preservare innanzitutto la vita di chi ci vive.
1 - Crescita dell’attenzione verso i piccoli comuni
Sono proseguite anche nel 2024, provvedimenti, ricerche, pubblicazioni, mobilitazioni della società civile, iniziative ed eventi intorno al tema dello svuotamento dei comuni e con esso il degrado dei servizi di comunità.
Tra le pubblicazioni passate/recenti con una visione più pessimistica ricorre spesso l’aggettivo “vuoto” mentre in altre riportano nel titolo e nel testo le storie di un’Italia che non si arrende.


Tra queste ultime, particolarmente rilevante per ricchezza di dati, la quantità ed affidabilità delle informazioni vi è la pubblicazione donata agli abbonati dal Touring Club Italiano per il 2025: Arcipelago Borghi, dal significativo sottotitolo Un viaggio di scoperte nel paese che guarda al futuro.
Una pubblicazione particolarmente importante sia per i contributi concettuali dei maggiori esperti in materia, che per le storie dei 23 borghi e territori con efficaci progetti di cambiamento (tra esse quelle di 2 comuni di cui ci siamo occupati: Castelsarceno, Pz e Peccioli, Pi).
Il TCI, istituzione ultracentenaria, studia da decenni il tema dei borghi in coerenza con la missione che si è autoassegnata di “prendersi cura dell’Italia bene comune”. Un’Italia di cui fanno parte a pieno titolo anche i 5.500 piccoli comuni sotto i 5.000 ab. che il TCI stimola a far meglio attraverso i riconoscimenti della Bandiera Arancione. Nata nel 1997, la lista comprende 285 comuni dell’entroterra valutati su 250 parametri (da osservare, pena la cancellazione!) e per questo in grado di dare nuova linfa alla valorizzazione dei territori.
2 - I borghi riconosciuti, sono avvantaggiati
- Associazione I borghi più Belli d’Italia, nata nel 2002 su impulso della consulta del Turismo dell’ANCI. La sua carta di qualità prevede la verifica di 103 requisiti. Attualmente sono 363 (l’8% dei comuni italiani), in maggioranza nel centro Italia;
- Associazione Borghi autentici d’Italia, che dal 2015 comprende comuni fino a 30.000 ab., in maggioranza nel centro sud.
Complessivamente, ci sono 789 Borghi riconosciuti con raggruppamenti regionali di diversa consistenza. I primi 4: Puglia (89); Abbruzzo (76), Sardegna (65) Toscana (60). In coda: Campania (21) Basilicata (18), Molise (14), Valle d’Aosta (5). Sono numeri che vanno interpretati. Per es., molti comuni sovraffollati (in prov. di Bolzano, ecc.) non hanno tempo o interesse per la messa a punto della candidatura.
Dai dati 2023 dell’ISTAT analizzati dal TCI, ne estraiamo qualcuno relativo ai borghi:
- crescita di flussi turistici nei piccoli comuni, con una permanenza media di poco superiore a quella nazionale (3,51 v/s 3,34);
- presenze concentrate nei mesi estivi. Nel resto di Italia c’è più destagionalizzazione;
- aumento di turisti stranieri (+8,1%) che compensa la diminuzione d’italiani (-1,8%);
- l’aumento dei turisti non riduce spopolamento;
- maggiori presenze nei borghi riconosciuti. I marchi di qualità sembrano contribuire ad aumentare la visibilità dei borghi, incoraggiando le iniziative imprenditoriali ed il miglioramento dell’offerta turistica.
3 - Nota conclusiva
La presenza nelle liste non è una garanzia di successo ma non farne parte è dannoso. Per questo, molti dei comuni assenti dalle liste dei Borghi riconosciuti sicuramente avranno già fatto o faranno valutazioni per una possibile candidatura. Decisione non semplice, tenendo conto delle centinaia di elementi richiesti dalla candidatura e del fatto che la documentazione deve rispondere ad una sequenza articolata in: attuali PUNTI DI FORZE E DEBOLEZZA (ambiente, territorio, paesaggio; servizi, risorse umane, culturali ed imprenditoriali; qualità di vita; comunità e punti di aggregazione; ecc.); definizione dell’OBIETTIVO; TEMI e loro priorità; IDEE progettuali e tempistiche; RISORSE ; ecc.
Un iter faticoso ma anche benefico se la comunità che lo avvia ha le condizioni per analizzare sé stessa con onestà e formulare con lucidità obiettivi perseguibili. Per questo, al termine di ogni candidatura, si ripete la frase verosimile anche se appare di circostanza: …come che vada, lo sforzo progettuale consentirà alla comunità di operare con maggiore efficacia.
