Palazzo San Gervasio (PZ), è un comune di 4.489 abitanti situato nel nord-est della Basilicata su un altopiano compreso tra due valli, a 482 m s.l.m. Insieme a tracce di insediamenti, vi sono anche testimonianze storiche su vicende di rilievo come quelle connesse alla gloriosa e sfortunata Repubblica Napoletana ed a successive vicende risorgimentali.
Su un piano diverso, quello della cronaca e dell’arte cinematografica, va segnalato che a Palazzo San Gervasio (e nel vicino paese pugliese di Minervino Murge) è stato girato il film I basilischi, l’amara narrazione della vita dei giovani e delle loro famiglie in un paese del Sud che segna il debutto da regista di Lina Wertmüller. Lina, figlia dell’avvocato Federico Wertmüller, nativo Palazzo San Gervasio, con questo film vinse la Vela d’argento al Festival di Locarno del 1963 oltre a successivi premi a Londra e a Taormina.
Lina Wertmüller ritornò poi nel 1996 per girare il film Ninfa plebea, con Stefania Sandrelli, Raoul Bova e le musiche di Ennio Morricone.
Tra i Palazzi del Paese, Palazzo Mancinelli, Palazzo Lancellotti con la cappella di famiglia, Palazzo Pizzuti, abbiamo visitato Palazzo d’Errico, costruito intorno al 1800, sede della Pinacoteca, motivo principale della visita.
L’elemento di maggiore interesse per il visitatore è la Pinacoteca e Biblioteca “Camillo d’Errico” che grazie anche al lavoro di Mario Saluzzi, per 12 anni Conservatore e Direttore della Pinacoteca, è ora nota non solo ai palazzesi ma anche in giro per il mondo con una serie di mostre, seminari, convegni, pubblicazioni di piccoli ma splendidi cataloghi e prestiti a prestigiosi musei stranieri.
Tra gli scambi internazionali utili per far conoscere il territorio, di particolare importanza è una collaborazione con l’Università di Berlino per la realizzazione di una summer school con presenze di allievi a Palazzo ed altri luoghi del Vulture.
Queste iniziative hanno come riferimento il lascito di beni artistici e memorie esemplari di una famiglia, il cui ricordo e valorizzazione può dare il tono ed una impronta ad una comunità. Un lascito importante, che ha inizio formalmente il 2 novembre 1897 Camillo d’Errico, quando due giorni dopo la scomparsa di Camillo d’Errico, la municipalità di Palazzo San Gervasio entrava in possesso della maggiore raccolta d’arte privata del Meridione: 298 tele del XVII e XVIII secolo, 500 stampe dello stesso periodo, 8.000 volumi (alcuni si serie uniche al mondo), più due palazzi prospicienti.
Fratello dell’esule e patriota Vincenzo d’Errico, Camillo fu uno dei più illuminati esponenti della sua famiglia, di nobili e antiche origini. Sindaco di Palazzo nel periodo postunitario, favorì il miglioramento delle condizioni di vita dei suoi concittadini con una serie di provvedimenti: introdusse l’illuminazione elettrica (uno dei primi comuni del Sud a esserne dotato); sistemò le strade; ampliò il cimitero; fondò una biblioteca comunale nel 1893.
Camillo d’Errico fu soprattutto un cultore dell’arte e del sapere. La sua raccolta di dipinti annovera opere della scuola napoletana di Salvator Rosa, Massimo Stanzione, Luca Giordano, Micco Spadaro; della scuola romana di Guido Reni, Carlo Dolci, Carlo Maratta; della scuola bolognese del Guercino e i fratelli Agostino e Annibale Carracci; della scuola fiamminga di Antonio van Dyck, Pieter Bruegel il Vecchio, Pieter Snayers; della scuola spagnola di Diego Rodríguez de Silva y Velázquez e José de Ribera detto lo Spagnoletto. Non mancano dipinti delle scuole francese e tedesca.
La biblioteca contiene circa 8.000 volumi, fra cui stampe e cronache antiche, testi letterari, giuridici e storici, appunti sulla storia delle chiese, comprese le carte di famiglia ordinate in un archivio ricchissimo. Tra i libri esposti nella Pinacoteca di Palazzo S.G. vari trattati di agricoltura, sicuramente fonte di ispirazione nelle innovazioni introdotte dai d’Errico nelle loro proprietà agricole.
Per motivi di sicurezza, il patrimonio artistico e letterario fu spostato a Matera da una legge del 1939. Dal 2003, dopo il completamento dei lavori di restauro di Palazzo d’Errico e la costituzione dell‘ente morale Camillo d’Errico, si organizzano mostre tematiche con opere appartenenti alla collezione medesima con cadenza annuale.
Quindi, mentre la maggior parte delle opere occupano un intero piano dello splendido Palazzo Lanfranchi a Matera, le circa 60 tele che compongono le esposizioni annuali a Palazzo San Gervasio (distante 1 h da Matera) rappresentano una splendida occasione per vedere dipinti di autori diversi raggruppati per tematiche. Un sistema che ne aiuta la leggibilità evocativa e ne fa apprezzare la resa artistica. La mostra in corso, dal titolo Sogna il Guerrier le Schiere, raccoglie una serie di dipinti di battaglie, rievocando metaforicamente, nel bicentenario della nascita di Camillo d’Errico, le battaglie civili sue e della Famiglia.
La mostra è visitabile dal lunedì alla domenica, orari:10,00-12,00 e 17,00-19,00. Un caso raro di visitabilità quotidiana di spazi museali nei piccoli centri, non solo lucani.
La Pinacoteca ha acquistato in questi anni molta visibilità, ma la sfida è quella di trasformarla in un polo di attrazione culturale per un pubblico di studiosi e per quello sempre più vasto di appassionati d’arte non specialisti. A cominciare dagli stessi lucani, che potrebbero sicuramente apprendere molto dalla turnazione tematica delle opere esposte e di farne anche il traino di iniziative culturali che coinvolgano altre comunità. Una cosa logica, quello del “fare rete”, troppo spesso disattesa proprio da coloro la citano ricorrentemente.
Alla speranza di rendere la cultura una leva di sviluppo anche per Palazzo San Gervasio, possono dare uno impulso concreto i progetti di recupero e valorizzazione del tracciato della via APPIA. Un progetto interregionale già approvato ed in avviamento operativo, potenzialmente molto interessante una volta completato. Ma, per Palazzo San Gervasio ed altri paesi toccati dall’Appia, sarà da subito un’occasione di mobilitazione culturale ed operativa per parlare del turismo dei Cammini, in grande rilancio in Europa ma non semplice da realizzare.
Sicuramente questo è uno dei motivi per ritornare a Palazzo Gan Gervasio e saperne più, oltre che vivere di più e meglio il paese.